La giraffa non aveva mai visto un albero con le palle colorate e le lucine. Veniva da un paese molto lontano in cui la gente non usava festeggiare il natale come da noi. Si chiese se quei pomi così luccicanti fossero buoni da mangiare.
- Ferma! - gridò un gufo che passava di lì. - Sei impazzita? Non puoi mangiare le palle dell'albero...La giraffa si girò verso il pennuto, con il collo lungo lungo e un sorriso un po' scemo sul muso.
- Dici sul serio? Eppure sembrano davvero deliziose...
- Sono fatte di vetro, non lo vedi?
- Ma io credevo che fossero i frutti dell'albero. Dove sono nata non ce ne sono di così buffi...
- È un albero di natale, cioè un abete vestito per il natale. Qui si usa fare così – spiegò il gufo, che si credeva saggio e colto più di ogni altro animale.
- E per quale motivo? - chiese allora la giraffa, alla quale era passata l'acquolina in bocca.
- Beh, veramente... - balbettò il gufo che non sapeva come rispondere.
- Ah, ho capito, non lo sai...
- Non è vero, io so tutto! - replicò il gufo offeso.
- Allora perché? - insistette la giraffa.
- Ovvio, per avvertire noi uccelli notturni. D'inverno è così buio che non si vede bene, allora gli uomini mettono delle segnalazioni sugli alberi. Sono davvero comode...
- Ma che cosa c'entra col natale? - domandò la giraffa, che non credeva al gufo.
- Beh, perché... - di nuovo il gufo non sapeva come rispondere.
- Non lo sai? - chiese lei sorridendo maliziosa.
- Ma certo che lo so... - si affrettò a ribattere il gufo. - È un questione religiosa. Gli uomini devono proteggere noi uccelli perché siamo degli animali molto importanti, o come dicono loro, siamo “animali sacri”.
La giraffa guardò il gufo impettito e non riuscì a trattenere una risata.
- Cosa ti ridi? - chiese allora il pennuto.
- Oh nulla, è solo che mi sembra una ragione un poco sciocca...
- Beh, non hai tutti i torti. Ma ormai nessuno si stupisce più delle stranezze degli uomini.
L'albero di natale è una tradizione pagana incorporata nel cristianesimo e significa rinascita.
Buon Natale!