Fimpsy e Fempsy si conoscevano da quando erano nati, e da allora non si erano mai separati. Fimpsy e Fempsy potevano contare l'uno sull'altra. Stavano sempre insieme, ma a volte si chiedevano se fosse sbagliato. Forse avrebbero dovuto conoscere qualcun altro, frequentare nuovi amici, viaggiare, vedere cose nuove... Il dubbio sovveniva ad entrambi prima di dormire, nel buio della loro cameretta, che ovviamente condividevano come ogni altra cosa. Ma al risveglio, appena si guardavano in faccia, quel dubbio era sparito insieme alle ombre della notte. Fimpsy e Fempsy stavano troppo bene insieme. Se la spassavano alla grande, sia col sole che con la pioggia, d'inverno come d'estate. Un giorno Fempsy disse al suo amico: - Noi rimarremo sempre vicini, vero?
Fimpsy non ebbe bisogno di pensarci più di un secondo, e rispose: - Certo Fempsy, staremo sempre insieme!
Un giorno i due andarono a giocare sul loro prato preferito, malgrado il cielo fosse coperto da delle grasse nuvole grigiastre. Loro non si scoraggiarono e si spinsero oltre il piccolo rigagnolo in fondo al campo che si vedeva dalla finestra della loro stanza, per poi risalire il vigneto dei vicini fino a uno spiazzo di erba fresca sul quale dominava una grande quercia. Le gocce incominciarono a cadere, ma loro si misero al riparo sotto la chioma del grande albero. Rimasero a guardare la pioggia che cadeva e i lampi che illuminavano il cielo, seguiti sempre dal brontolio del tuono. Si strinsero vicini, la paura per il temporale passò, e sui loro volti apparve un sorriso. Quando la pioggia cessò, Fimpsy e Fempsy uscirono da sotto la quercia e si diressero in fondo al pratone. Laggiù trovarono una palla che quando erano arrivati non c'era.
- Da dove spunta questa? - domandò Fimpsy.
- Forse è caduta dal cielo - suggerì Fempsy.
- Ma dai, non è possibile!
- Ma certo che è possibile. Dal cielo cade sempre un mucchio di roba: acqua, ghiaccio, sabbia, comete, meteore, uccelli morti, pesci, ranocchie...
- Uccelli morti?
- Sicuro! Hai mai visto un uccello morto volare?
- Si, ma gli uccelli mica muoiono mentre volano...
- A no? Secondo te il perfido signor Rosco, quando va a caccia, aspetta che si posino a terra prima di prendere la mira?
- Vabbè, e allora i pesci e le ranocchie?
- L'ho letto su un giornalino. Diceva che dopo che è passato un uragano può piovere di tutto...
- Si, ma questo non è stato un uragano, solo un piccolo temporale estivo...
Mentre discutevano, qualcuno si avvicinò a raccogliere la palla.
- Ciao! - disse.
- Ciao! - risposero insieme Fempsy e Fimpsy. - Allora la palla è tua...
- Si, stavo giocando nel mio giardino quando è scoppiato il temporale. Ho lanciato la palla troppo in alto ed il vento l'ha portata via. Menomale che non è andata perduta.
- Oh, abbiamo risolto il mistero della palla caduta dal cielo – affermò sollevato Fimpsy.
- Cosa? - domandò incuriosito il nuovo venuto.
- Oh, lascia perdere, come non detto.... - rispose Fimpsy, imbarazzato. Poi tutti e tre scoppiarono a ridere.
- A proposito, io mi chiamo Kanù.
- Io sono Fimpsy e lei e la mia amica Fempsy.
- Piacere! Perché non giochiamo insieme a palla?
Così i tre giocarono a palla tutto il pomeriggio e prima di separarsi decisero insieme di ritrovarsi anche il giorno dopo.
Quella notte Fimpsy e Fempsy, prima di addormentarsi, pensarono a Kanù e a quanto era meraviglioso avere un nuovo amico. Entrambi però si sentivano un po' in colpa, perché temevano che la loro amicizia ne avrebbe risentito, anche se qualcosa nei loro cuoricini diceva loro che sarebbe stato bellissimo condividere i propri amici con altri amici. In questo modo tutti potevano prendersi cura di tutti... Ah, avrebbero trovato nuovi amici con cui giocare, e nuove palle cadute dal cielo, o forse qualcos'altro, un aquilone, un freesbie, oppure un boomerang... e ci sarebbero state tante altre splendide avventure, insieme a Fempsy, Fimpsy, Kanù... e mentre pensavano a tutte queste cose, insieme i due amici sprofondarono nel più soffice dei sonni.
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